cronache martinesi

Direttore Pietro Andrea Annicelli

A margine d’una tempesta virtuale

di Pietro Andrea Annicelli

21/02/2017 Editoriale

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A margine d’una tempesta virtuale

            L’estate scorsa Madonna Louise Veronica Ciccone, dietro vetri oscurati, ha visitato in incognito Martina Vecchia prima di cenare ad Alberobello. Ha ritenuto il rococò del centro antico una tappa ineludibile della sua breve vacanza pugliese partita da Borgo Egnazia. È il bell’albergo a cinque stelle nel territorio di Fasano che Vittorio Sgarbi considera il suo preferito in Puglia insieme al nostrano Relais Villa San Martino.

            Sono quasi trent’anni che il critico d’arte più famoso d’Italia, da noi, è di casa. L’attenzione di Sgarbi alla bellezza locale, celebrata magnificamente da Piero Marinò nel volume iconografico Martina barocca e rococò, ha raccolto idealmente il testimone dal pellegrino di Puglia Cesare Brandi, che la celebrò nel primo libro importante sul patrimonio artistico e culturale cittadino: Martina Franca, edito nel 1968 dal milanese di Martina Guido Le Noci.

            Se la memoria non m’inganna, una delle prime copie è conservata nella biblioteca comunale Isidoro Chirulli con le firme, tra gli altri, di Paolo Grassi e Giorgio Strehler. L’impresario e il regista teatrale che fondarono a Milano il Piccolo Teatro insieme a Nina Vinchi avevano grande considerazione di Martina. Grassi era infatti nato nella metropoli lombarda da famiglia martinese.

           Fu lui, quand’era presidente della Rai, a salvare il Festival della Valle d’Itria, fondato da Alessandro Caroli che lo aveva reso celebre rappresentando la Norma di Vincenzo Bellini facendola cantare da una mezzo soprano come prevedeva la partitura originale: Maria Callas morì prima di rispondere alla sua richiesta d’interpretarla. Grassi affidò la manifestazione, che era in cattive acque, all’allora sindaco Franco Punzi. Quest’ultimo la consolidò e la rese, nella lirica, un riferimento mondiale.  

         Da oltre quarant’anni artisti di grande fama partecipano al Festival. La Fondazione intitolata a Paolo Grassi, diretta dal bravo Rino Carrieri, è un ambiente di respiro culturale internazionale, con seminari ai quali partecipa anche Riccardo Bertoncelli, forse il più importante critico pop e rock in Italia. Fu di Martina Franca la celebre violinista Gioconda de Vito. Vive nella campagna martinese Richard Sinclair, forse la più bella voce del pop inglese degli anni Settanta.

        È martinese Donato Carrisi, lo scrittore italiano di thriller più venduto nel mondo. Lo è anche Rossella Brescia: bastano il nome e il cognome. E come dimenticare un grande attore caratteristico qual è Lucio Montanaro?      

       In anni recenti hanno apprezzato Martina Franca, tra gli altri, Franco Cardini ed Erri De Luca. Ci vive Luciano Violante. Un giudice martinese, Giuseppe Chiarelli, fu presidente della Corte Costituzionale. Ed è lunga la lista dei martinesi uomini di Stato e di Chiesa nella seconda metà del Novecento: Alfonso Motolese, Giulio Orlando, Giuseppe Caroli, Vito Consoli, Guglielmo Motolese, Nicola Margiotta.

       Non è il caso di dilungarsi. Né di prendersela troppo se tale Giulia Galletta, per il web giornale Sportfair, scrive cose che, ahinoi, reputa divertenti parlando del breve soggiorno martinese di Manuel Neuer, portiere della nazionale tedesca di calcio. Non accanitevi in rusticani duelli verbali su Facebook se il direttore, il poco più che trentenne Peppe Caridi, la difende da troll screanzati, ma anche da giusti rimbrotti, applicando il discutibile principio secondo cui ogni scarrafone è bello a mamma soja.

      Piuttosto merita attenzione la lezione di giornalismo che Caridi ritiene d’impartire.

      «Il fatto è uno solo: la visita del portiere del Bayern Monaco e della Germania campione del mondo Manuel Neuer a Martina Franca. Ma, come già accennato, è più corretto parlare di “avvistamento”. Perché per i martinesi questo è stato. Increduli, hanno pensato di vedere Neuer tra le strade della cittadina pugliese e hanno chiuso gli occhi, li hanno stropicciati, poi riaperti per quanto sembrava strano che un personaggio di tale calibro fosse proprio lì. E alla fine hanno scoperto che era proprio lui, hanno iniziato a chiedergli foto e autografi, immortalando una presenza così storica per la città. Allora che una giovane e lucida giornalista ci scherzi su’ (sic, ndr) con un articolo satirico zeppo d’ironia è quanto di più bello la libertà di parola ed espressione possa consentire. E’ l’arte del giornalismo e della scrittura: questo è Giulia Galletta e il suo articolo #NeuerRaccontaciPerchè». Ancora: «Insomma, fossero sbarcati gli alieni a Martina Franca vi sareste scioccati di meno. E allora, qual è il problema del simpatico articolo della nostra geniale Galletta? Sarebbe bastato farsi quattro risate, non serve chissà quale diploma per capire che si trattasse di semplice ironia».

      Mizzica. Avete capito? Orsù: ridiamo. All’articolo della geniale Galletta che ritiene essere di satira espressiva d'arte del giornalismo e della scrittura, il Caridi infatti associa il suo che, a tutti gli effetti, ci pare un articolo di auto satira. Cos'altro è, ad esempio, il convincimento, chissà, ulteriormente espressivo dell'arte del giornalismo e della scrittura, che lo porta ad affermare: «E Martina Franca, che avrà anche un centro storico grazioso, non è certo una meta turistica battuta e rinomata»? 

      Ma se a voler pazziare non c’è gusto né senso perché ogni bel gioco dura poco, a voler prendere sul serio quello che scrive non resta che concludere che i primi ad ammalarsi di sensazionalismo provinciale sono proprio coloro che lo praticano. Al tempo di internet neppure a Staiti, Terranova Sappo Minulio, Ciminà, minuscoli comuni in provincia di quella Reggio Calabria di cui Caridi risulta originario, degli appassionati di calcio, qualora incontrino Neuer, si scioccherebbero più che se fossero sbarcati gli alieni. Immaginiamo che gli chiederebbero, come hanno fatto a Martina, di scattare una foto insieme. E Neuer, di passaggio per apprezzare le bellezze di quei paesini così come gli sarà sicuramente piaciuto, al pari di Madonna, il rococò di Martina Vecchia, lo farà volentieri. Senza pensare di dovere delle spiegazioni a Giulia Galletta e a Peppe Caridi affinché non ci costruiscano intorno le loro stravaganti elucubrazioni.   

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