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Direttore Pietro Andrea Annicelli

La verità prima di tutto

di Pietro Andrea Annicelli

14/06/2017 Editoriale

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La verità prima di tutto

I martinesi si sono risvegliati ieri mattina con il dubbio che l’esito clamoroso di lunedì sera, Pino Pulito al ballottaggio per sette voti in più rispetto a Franco Ancona, non fosse quello espresso dal voto popolare. Il dubbio, inevitabilmente, è diventato l’argomento del giorno. A notte inoltrata, dopo che il presidente dell’Ufficio elettorale centrale, Lorenzo De Napoli, si è riservato una decisione per oggi pomeriggio, ci sono gli elementi per tentare un ragionamento che sia utile alla comprensione di tutti.

Per prima cosa, un dato assolutamente certo. Non c’è alcun broglio elettorale all’orizzonte ma al massimo un errore nella compilazione del verbale con i voti dei candidati sindaci da parte dei componenti del seggio n. 9. Ciò, stando a quello che hanno dichiarato il segretario del Partito Democratico, Vincenzo Angelini, e il candidato sindaco Franco Ancona, è stato riconosciuto dal presidente, dal vice presidente, dal segretario ed è stato acquisito agli atti.

Un altro dato sicuramente importante è che il giudice De Napoli ha concesso l’accesso agli atti stessi. Incluse le tabelle di scrutinio dei voti dalle quali si evincerebbe, stando a dichiarazioni di candidati del Pd che affermano di averle visionate, che i voti in favore di Ancona sarebbero 252 e non, come riscontrato ieri dall’Ufficio elettorale, 222. Noi Notizie e Cronache Martinesi hanno riportato l’immagine delle pagine del verbale da cui emerge la possibilità dell’errore commesso. Comunque sia, la sensazione è che l’Ufficio disponga di tutti gli elementi per ponderare la decisione corretta, cioè corrispondente ai voti validi effettivamente espressi dai cittadini elettori.

Non sembra esserci spazio per le interpretazioni: l'errore c'è o non c'è. Ed occorre che sia fatta chiarezza in maniera indiscutibile, pure ai cavilli, perché vincere e perdere anche per un solo voto è nell’ordine delle possibilità, mentre non lo è perdere per l’eventuale errore di trascrizione d’un verbale. Se chiarezza non fosse fatta, resterebbe il dubbio, in un senso o nell’altro, che sia stato sovvertito il voto popolare. E sarebbe peggio dei brogli.

Il caso in questione potrebbe non esaurire la problematica. Ciò volendo considerare i dubbi, variamente espressi, sull’operato di alcuni presidenti e scrutatori. Occorre però, in eventuali ulteriori ricorsi, riferirsi a situazioni concrete come questa, non a discorsi generici e fumosi come pure ci è toccato di leggere nei media meno accorti ai fatti. La verità prima di tutto, certo, ma che eventuali dubbi di regolarità emergano rapidamente. E che altrettanto celermente siano definiti dalle autorità preposte a garantire la regolarità del voto. Gli interessi notevoli che il sindaco e i consiglieri comunali eletti dovranno gestire, a partire dal piano urbanistico generale ma non solo, richiedono istituzioni legittimate pienamente, non il rischio d’un nuovo caso Viareggio.

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