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Direttore Pietro Andrea Annicelli

L'Amministrazione comunale di San Martino tra aspirazioni, delusioni, prospettive

di Redazione

07/07/2017 Politica

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L'Amministrazione comunale di San Martino tra aspirazioni, delusioni, prospettive

 

Un’Amministrazione comunale valida, non eccelsa, evidente effetto di compromessi e qualche forzatura. È la prima impressione che suscita l’Ancona bis, significativamente entrata in servizio alla vigilia della festa patronale. Più per la ripartizione delle deleghe che per le conferme di Stefano Coletta e Antonio Scialpi, pressoché scontate, nonché di Pasquale Lasorsa e Gianfranco Palmisano, meno scontate, assomiglia molto all’Amministrazione Ancona in carica dal 2012 a un anno fa.

Lo conferma il mantenimento della delega chiave, l’Urbanistica, al sindaco stesso nonostante sui media fosse rimbalzato un nome importante come Angela Barbanente. In realtà indicare all’opinione pubblica la docente universitaria e assessore regionale con Nichi Vendola era sembrata subito una boutade analoga al convincimento di certuni, sei mesi fa, che il candidato sindaco del Centrosinistra potesse essere l’ignaro Teo Pizzigallo o addirittura l’altrettanto ignaro Luciano Violante. Ancona ha invece ribadito di voler governare in prima persona i processi urbanistici. E se ciò denota un’apprezzabile assunzione di responsabilità, ribadisce anche che il destino dell’Amministrazione comunale è legato all’approvazione del piano urbanistico generale.

Le matricole Tiziana Schiavone e Valentina Lenoci, referente dei giovani democratici, evidenziano il criterio di scorrimento della lista scelto dal Pd che ha portato in Consiglio comunale i primi quattro dei non eletti: Angelita Salamina, Antonio Lafornara, Giuseppe Cervellera, Vittorio Donnici. Ne hanno fatto le spese Nunzia Convertini, l’unico assessore del Pd nella precedente giunta a non ritornare, e Arianna Marseglia, inizialmente convinta ad accettare l’incarico assessorile per poi essere sacrificata agli equilibri del partito. In realtà la Convertini non sconta qualche demerito ma, potendo entrare in giunta perché seconda degli eletti, si è auto esclusa preferendo fare la consigliera comunale dopo aver constatato che, per ragioni di equilibrio nella coalizione, non poteva riottenere le Attività produttive, andate a Bruno Maggi di Martina Visione Comune.

Proprio la volontà della lista di diretto sostegno al sindaco di avere in giunta il suo coordinatore ha determinato l’ingresso di Scialpi, candidato di servizio all’ultimo momento alle comunali per completare i ventiquattro di Martina Visione Comune e rieletto dopo dieci anni dall’ultima volta, come tecnico. Lo schema redistributivo nella coalizione prevedeva infatti quattro assessori (Coletta, Palmisano, Schiavone, Lenoci) al Pd, uno a testa a Martina Visione Comune (Maggi) e SiAmo Martina (Lasorsa) più un tecnico (Scialpi). La mancanza tra gli ultimi tre nomi di una donna, che avrebbe potuto essere Elena Convertini di SiAmo Martina, in Consiglio comunale al posto di Lasorsa, rende in difetto il criterio delle pari opportunità (40% di rappresentanza femminile nelle amministrazioni comunali).

Tra la Convertini e Donato Bufano per consenso, più la Marseglia e il segretario Vincenzo Angelini per competenze, dovrebbero venir fuori il presidente del Consiglio comunale e il capogruppo del Pd. Un po’ di amaro in bocca per Vito Cramarossa, in Consiglio nella precedente sindacatura e che qualcuno, privilegiando il criterio delle competenze a quello dello scorrimento della lista, aveva ipotizzato per la delega al Bilancio. Intanto, nonostante sia prematuro qualsiasi discorso, qualcun altro vede la Convertini come candidata alla Regione tra tre anni in sostituzione di Donato Pentassuglia. Per quella data, Penta potrebbe sedere in Parlamento.

Nella foto, l'Amministrazione Ancona 2. Da sinistra: Gianfranco Palmisano, Bruno Maggi, Tiziana Schiavone, il sindaco Franco Ancona, Valentina Lenoci, Stefano Coletta, Antonio Scialpi, Pasquale Lasorsa. 

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