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Elezioni: così hanno fatto ad Asti

di Redazione

23/07/2017 Oltre città

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Elezioni: così hanno fatto ad Asti

 

Che cosa è avvenuto esattamente ad Asti nelle operazioni di verifica del voto da parte della Commissione elettorale centrale subito dopo l’11 giugno? La stampa nazionale ha parlato di apertura dei plichi delle schede di alcune sezioni da parte della presidente, il giudice Anna Maria Francioso, peraltro di origine pugliese, per un riscontro con i dati delle tabelle di scrutinio e dei verbali. Ipotesi rigettata in quei giorni da fonti della Prefettura di Taranto: «A noi il Ministero dell’Interno ha detto che ad Asti non hanno affatto aperto le buste delle schede, anche perché la legge non lo prevede». Il Ministero, a cui oltre un mese fa abbiamo chiesto per iscritto, come ci era stato chiesto dal Ministero stesso, se l’apertura delle schede ad Asti fosse avvenuta o no, non ci ha mai risposto.

Dalla lettura di giornali diversi, se da un lato c’è una sostanziale uniformità nella notizia che le schede di alcune sezioni sarebbero state riaperte ed esaminate, dall’altra ci sono informazioni contrastanti su quale sarebbe stata la procedura adottata. Per conoscerla esattamente abbiamo contattato telefonicamente la prefettura di Asti. Dopo una serie di conversazioni con persone diverse, è Paolo Ponta, vice prefetto vicario e dirigente dell’area Enti locali, a chiarire i nostri dubbi. Ponta è molto cortese e preciso. Raccoglie la nostra richiesta, s’informa, poi richiama.

«Le cose sono andate così. C’erano delle perplessità che riguardavano tre sezioni. In una è stato possibile avere un’idea chiara dal riscontro tra il verbale e le tabelle di scrutinio. Per altre due si è reso necessario visionare le schede. La presidente Francioso ha allora, tramite la prefettura, interpellato il Ministero. Loro non hanno detto né sì né no all’ipotesi di ricorrere all’apertura delle schede. Hanno invece risposto che è nelle facoltà del presidente della Commissione elettorale centrale, che è un giudice, mettere in atto tutte le iniziative necessarie all’accertamento della verità. La presidente ha allora deciso, in mancanza di altre possibilità, di aprire i plichi e visionare le schede di due sezioni affinché fosse possibile ottenere un dato certo».

Alla Prefettura di Taranto, una fonte diversa da quella menzionata rileva: «Il Ministero può certamente aver detto che la decisione ultima appartiene al presidente della Commissione elettorale centrale. Se però ad Asti hanno deciso per il riesame delle schede, hanno fatto una forzatura. Il giudice Lorenzo de Napoli non le ha visionate perché non lo poteva fare, per cui si è attenuto scrupolosamente a quello che dice la legge. La quadratura dei dati delle sezioni si ottiene attraverso i verbali. I plichi delle schede non si aprono perché devono essere a disposizione dell’autorità amministrativa o giudiziaria nel caso di ricorsi o di contestazioni». Ma il Ministero dell’Interno è stato contattato per capire come risolvere il problema dei dati discordanti nelle sezioni di Martina Franca dove De Napoli ha parlato di dati «palesemente inattendibili»? «Lo abbiamo fatto e ci ha risposto che non potevamo aprire i plichi e visionare le schede».      

L’autorità ultima resta quindi il Tar, al quale dovrà verosimilmente rivolgersi Pino Pulito se vorrà capire quali sono stati esattamente i voti espressi nelle sezioni 9, 11 e 39.

Nella foto, particolare del Municipio di Asti. 

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