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Don Michele Castellana: «Luigi era un buono e senza ipocrisia»

di Redazione

17/07/2018 Attualità

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 Don Michele Castellana: «Luigi era un buono e senza ipocrisia»

 

Erano amici da tempo. Perciò due anni fa, quando è andato in pensione dopo trentun anni di apostolato come parroco del Carmine, don Michele Castellana ha voluto proseguire il suo sacerdozio coadiuvando don Luigi Angelini alla Madonna della Sanità. Oggi, improvvisamente, l'irreparabile. Don Luigi se n'è andato mentre insieme trascorrevano una giornata di riposo al mare. E a don Michele, con la sua indole pratica che lo rende lucido ed efficiente anche nel momento del dolore, sono toccati gli adempimenti di legge e accompagnare il ritorno del corpo nella parrocchia. Nonostante tutto, accetta di rispondere velocemente alle nostre domande.

Don Michele, come è successo?
«Eravamo insieme a Monticelli. Luigi ha deciso di tuffarsi nonostante il mare mosso. Io non ho voluto entrare in acqua. Lui si è allontanato e l'ho perso di vista, ma non mi sono preoccupato perché era un bravo nuotatore. Dopo un po' che era in mare ho cominciato a preoccuparmi perché non tornava e non riuscivo a vederlo tra le onde. Sono salito su uno scoglio per cercare di scorgerlo ma l'ha individuato in acqua, prima di me, un addetto alle pulizie che era lì vicino. Poi alcune persone l'hanno portato a riva esanime. Purtroppo non c'è stato niente da fare».

Il mare era molto mosso?
«Si: parecchio».

Don Luigi ha avuto un malore?
«Non ha retto: non so se per un malore o perché il mare l'ha sopraffatto».

Eravate amici.
«Da sempre. Luigi era un amico sia come persona che come sacerdote. Perciò, da due anni, collaboravo con lui alla Madonna della Sanità».

Come lo ricorda?
«Era una persona semplice, socievole. Era un buono e senza ipocrisia. Perciò aveva molti amici ed era apprezzato da tutti i sacerdoti di Martina. L'Ordine Agostiniano Italiano aveva una grande considerazione di lui per i suoi studi su Sant'Agostino. La sua fede lo portava a dedicarsi completamente alla parrocchia».

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