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Direttore Pietro Andrea Annicelli

Con chi ce l'ha Raffaele Cantone

di Pietro Andrea Annicelli

01/04/2016 Editoriale

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Con chi ce l'ha Raffaele Cantone

«Noi, come Amministrazione comunale, intendevamo bandire la gara d’appalto per il nuovo servizio. Rappresentammo al prefetto questa necessità inderogabile. Ci fu detto di coordinarci con l’Ambito territoriale ottimale, che aveva la competenza per indire la gara perché sarebbe stata intercomunale. Alla fine fummo costretti ad andare in proroga fino al termine del mio mandato. L’Ato aveva dei tempi lunghi, tutto avveniva con molta calma e non se ne fece più nulla».

C'è una punta di sarcasmo nella maniera in cui Leonardo Conserva, sindaco dal 2002 al ‘07, ricorda il momento in cui l’appalto decennale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, vinto dall’azienda Tradeco nel 1993, andò in proroga. Presidente dell'Ato era l'allora e attuale sindaco di Massafra, Martino Tamburrano, eletto lo scorso anno presidente della Provincia grazie a un accordo tra i vertici politici ionici del Pd e del Centrodestra. Ed è nel territorio di Massafra che da lunghi anni opera la discarica presso la quale arrivano, non senza qualche polemica nel passato, anche i rifiuti di Martina.

Una settimana fa Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), ha menzionato la nostra situazione nella relazione sulla gestione dei rifiuti in Puglia. Qualcuno ne ha approfittato per gettare qualche ombra sull'Amministrazione comunale. Ma la questione si è esaurita dopo una nota ufficiale da Palazzo Ducale: «La delibera (...) dell'Anac fa riferimento alle attività inerenti la gestione dei servizi di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti solidi urbani nell'ambito dell'intero territorio regionale. Rispetto all'Aro Ta/2 non sono state rilevate anomalie sulla gara in corso. Si fa semplicemente menzione delle ditte oggetto del provvedimento di esclusione da parte dell'ente a seguito dei controlli dei requisiti».

La nota prosegue: «La suddetta delibera evidenzia, inoltre, talune criticità relative alle gare in itinere riguardanti le ditte concorrenti. Il Comune di Martina Franca, a oggi, è pervenuto all'aggiudicazione provvisoria a favore della terza ditta in graduatoria (dopo aver escluso le prime due) e sta controllando i requisiti della stessa, così come previsto dalla specifica normativa di settore. Il predetto controllo sta avvenendo tramite il sistema Avc pass messo a disposizione dall'Anac».

Il Comune sarebbe, stando alla nota, in credito verso le Amministrazioni dello Stato: «In data 20 febbraio 2016 è stata inoltrata a quattro Prefetture la richiesta della certificazione dei requisiti (…) inerente la sussistenza o meno di misure di prevenzione antimafia. Si è ancora in attesa di risposta. La lentezza del procedimento è commisurata allo scrupolo e all'attenzione posti al rispetto delle procedure e della legge, che spesso esigono risposte da Enti che giungono con ritardo (per esempio, per ottenere una risposta dall'Agenzia delle Entrate sui requisiti finanziari di una impresa si è atteso oltre un mese e mezzo). Acquisita la documentazione necessaria, l'Aro Ta/2, qualora verranno soddisfatti tutti i requisiti richiesti, si determinerà con l'aggiudicazione definitiva o continuerà lo scorrimento della graduatoria».

Ancora più esplicito, su Facebook, è stato l'assessore Antonio Scialpi: «Carissima Anac, se quattro Prefetture impiegano più di un mese... Se l'Autorità delle entrate impiega un mese e mezzo... Se la Regione impiega per il depuratore non so quanto tempo... Se L'Anas... Se la Sud-Est... E allora questo Stato è svuotato dall'interno dalle burocrazie... E l'Anac deve commisurare i tempi delle decisioni dei vari enti... Buona Pasqua Anac, sollecitare è prevenzione… Mezzo Stato è addormentato dietro le scrivanie».

Non fa una grinza. L'osservazione preventiva di Cantone, però, merita di essere raccolta. Lo stesso Scialpi lo fa capire. Ed è indiscutibile che la vera anomalia sui rifiuti è il servizio in proroga dal 2003, con tutte le conseguenze attuali in termini d'inadeguatezza e di anacronismi.

L'Amministrazione Ancona, fin dall'inizio del mandato, ha voluto indire l'appalto. È stata rallentata, prima degli inevitabili passaggi procedurali che hanno determinato l'attuale situazione di attesa, dall'entrata in servizio degli Ambiti di raccolta ottimale (Aro), su cui regge la programmazione territoriale dei rifiuti stabilita dalla Regione Puglia con la legge del 2012 sull'organizzazione dei servizi pubblici locali. L'appalto andava indetto prima e la responsabilità delle proroghe non può non riguardare i quasi dieci anni d'ininterrotta amministrazione del Centrodestra.

Non ci sembra che a rallentare siano stati i sindaci. Leonardo Conserva prima, Franco Palazzo poi, personalmente intendevano indire la gara. A frenare al massimo anche puntando i piedi, con ogni probabilità, sono state logiche, scelte e dilazioni che, coinvolgendo la gestione locale dei rifiuti, hanno vincolato il destino di Martina a quello di certa politica discutibile ai livelli cittadino, provinciale e regionale. Un discorso simile, per restare all'attualità, riguarda il depuratore. Nei quasi dieci anni del Centrodestra a Palazzo Ducale si è fatto poco o nulla rispetto alla situazione dell'impianto che, degradandosi di anno in anno, ha determinato il recente sequestro del recapito finale da parte della magistratura. Eppure l'attuale sindaco, Franco Ancona, da vice dell'allora sindaco Bruno Semeraro, già nel 2000 aveva ipotizzato una soluzione di recupero integrale del ciclo delle acque da convogliare in agricoltura. Ne ha riparlato recentemente il locale Pd rilanciandone l'opportunità. In assenza d'idee, anche il Centrodestra poteva ripartire da lì invece che tergiversare per due lustri.

Morale della storia: come ha detto in una trasmissione televisiva a Video M Italia l'architetto Giancarlo Mastrovito, in quegli anni si è dato molto spazio a certa iniziativa privata, con le conseguenze note anche nelle aule giudiziarie, riducendo ai minimi termini l'attenzione per i servizi pubblici. Rimediare alle proroghe dell'appalto rifiuti arrivate fino a suscitare l'attenzione di Raffaele Cantone, così come il sollecitare la Regione e l'Acquedotto pugliese a realizzare un depuratore adeguato all'attuale portata del sistema fognante, non sono state considerate azioni prioritarie.

I giovani di Idealista, carichi di entusiasmo legittimo nella loro attività politica, ma forse talvolta concentrati su disservizi minori, possono farsi raccontare dal loro leader, Michele Marraffa, le cause e le ragioni di queste situazioni così determinanti per la qualità della vita a Martina. Tra i consiglieri comunali in carica è stato lui, con il compagno di schieramento e talvolta di partito Antonio Fumarola, ad aver amministrato Martina, come assessore o consigliere di maggioranza, dal 1994 al 2011, con l'esclusione dei tre anni scarsi (dicembre 1998-autunno 2001) dell'Amministrazione Semeraro. C'è molto da imparare, in ogni senso, dalla maniera in cui è stato gestito il bene comune dalla classe dirigente della quale, fin dai tempi dell'Amministrazione Zizzi, entrambi sono stati protagonisti.

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