Filosofia e tecnica dell'icona 

      La parola icona deriva dal greco antico e significa immagine.
Realizzare icone è un’arte canonica. Ogni dettaglio ha senso e importanza.
L’icona non segue l’immagine reale, ma è carica di simboli. L’immagine frontale è collocata
su un fondo dorato che indica la luce di Dio. L’icona si stacca quindi dalla realtà materiale
per trasmettere il senso del mondo spirituale.
      È un dipinto a tempera su una tavola di legno la cui superficie è gessata. Occorre un legno
di qualità e ben asciutto. Sulla tavola già lavorata s’incolla una tela in lino. Sopra si stendono
tra i cinque e i sette strati di gesso che costituiscono il fondo. Si lascia asciugare bene. Poi si lavora ancora il fondo finché diventa liscio.
      Il processo figurativo comincia trascrivendo il disegno e poi dorando o argentando la superficie.
Di solito si adopera dell’oro in fogli di 22 o 23 carati inciso con attrezzi speciali. Si dipinge poi l’immagine con tempera composta da pigmenti e  giallo d’uovo. Si sistemano degli strati che, secondo vari stadi, rendono la raffigurazione più chiara o scura. Questa fase della lavorazione
è molto lenta perché ogni dettaglio richiede la massima precisione.
Quando la colorazione è terminata, si colloca uno strato di vernice protettiva che rende l’icona ancora più bella.
      È così che le icone dipinte molti secoli fa hanno conservato la loro bellezza fino a oggi. 
      Nelle immagini, tipiche della tradizione ortodossa, San Ivan Rilski e Sant'Elia dipinti
da Elena Laleva.

 

L'arte dell'icona da Wikipedia



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Icone classiche di Elena Laleva