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«L’unico grande liberale degli ultimi vent’anni»: Michele Marraffa su Silvio Berlusconi

di Redazione

12/06/2023 Attualità

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 «L’unico grande liberale degli ultimi vent’anni»: Michele Marraffa su Silvio Berlusconi

«Esprimo tutto il mio cordoglio per la scomparsa di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia e tra i più grandi protagonisti della storia italiana di questi ultimi decenni. Imprenditore illuminato e punto di riferimento assoluto per gli ideali e i valori liberali, democratici, europeisti e atlantisti che ha sempre espresso con forza nella sua lunga carriera di statista e di leader di partito. Il suo esempio resterà guida per chi ha sempre condiviso e porterà avanti i principi fondamentali della sua azione politica, nella consapevolezza che la sua scomparsa non possa che lasciare oggi un vuoto incolmabile nello scenario non solo italiano ma internazionale. Alla famiglia del presidente Berlusconi, tutta la mia vicinanza e il mio affetto». Il comunicato a firma di Michele Marraffa, coordinatore cittadino di Forza Italia, sembra quasi di circostanza. In realtà tradisce lo stordimento rispetto all’accaduto. Marraffa, l’ultimo e il più fedele dei berlusconiani martinesi, aveva un legame personale con Berlusconi del quale era geloso e di cui, prevedibilmente, parlava poco.

Che cosa viene a mancare per te sul piano politico e personale?

«Per quella che è la mia esperienza di vita politica, e soprattutto imprenditoriale, se n’è andato l’unico grande liberale degli ultimi vent’anni. Personalmente avverto un grande vuoto». 

C’è un’eredità politica da raccogliere.

«Silvio Berlusconi ha seminato tanto e tanto ci sarà politicamente da raccogliere. Sono fiducioso che abbia dato delle disposizioni chiare rispetto alla sua eredità politica. Antonio Tajani è per me un riferimento operativo e, oggettivamente, un politico di spessore nonché un’eccellenza italiana in Europa. Mi sento tranquillo e protetto». 

Ma oggi che cosa cambia?

«Cambia la storia d’Italia. Può cambiare in meglio oppure in peggio. Cambierà in meglio se sapremo trasmettere, negli anni a venire, i valori liberali che Silvio Berlusconi ha saputo rappresentare. Mi riferisco, in particolare, proprio al dialogo nel rispetto dei nostri valori, in particolare quelli europei e atlantici. Solo mantenendo saldi i nostri valori è stato possibile, per Berlusconi, rappresentare quell’elemento di mediazione che ha fatto dialogare Erdogan e la Merkel, stringere la mano a Putin e a Bush». 

A Martina Franca, Forza Italia nacque come partito di rinnovamento rispetto alla Democrazia Cristiana. Tu, con l’appartenenza all’Azione Cattolica e al movimento giovanile democristiano, hai rappresentato l’anello di congiunzione con quell’area. Sei restato nel partito anche quando il vento è cambiato e Forza Italia si è ritrovata su posizioni minoritarie. Cosa ti aspetti nel futuro?

«Lavoreremo al massimo, ma i tempi sono cambiati per tutti i partiti. Quando arrivammo al 65% ci sorprendemmo di tutti coloro che ci avevano votato anche se non avevano fatto un percorso con noi: quando un partito è in auge, vi si avvicinano anche persone che confondono i doveri della politica con i loro interessi e gli arrivisti che intendono contare nell’immediato. Viste le esperienze del passato, non abbiamo bisogno né di affaristi, né di arrivisti. Semmai, negli ultimi tempi, abbiamo potuto registrare un notevole riavvicinamento di amici come Leonardo Conserva e Pino Pulito, oltre a donne e giovani che mi fanno ben sperare».

In definitiva?       

«Sono fiducioso. Forza Italia resta l’unico partito con una chiara collocazione cattolica, liberale, imprenditoriale. Troveremo il nostro spazio e io ci sarò».

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