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Direttore Pietro Andrea Annicelli

Turismo: Beatrice Lucarella e il modello partecipativo

di Redazione

09/04/2018 Economia

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Turismo: Beatrice Lucarella e il modello partecipativo

 

Beatrice Lucarella, imprenditrice olearia con i fratelli oltre che presidente della sezione Alimentare, Turismo e Cultura di Confindustria Taranto nonché componente del consiglio di amministrazione di Aeroporti Puglia, era presente a febbraio alla prima edizione della BTM (Business Tourism management) di Lecce, alla quale ha partecipato l’Amministrazione comunale attraverso uno stand presidiato dall’assessore al Turismo, Stefano Coletta. Nella circostanza è stata sperimentata una sinergia tra il Comune e gli espositori privati che può diventare essenziale per il futuro.

Il Comune insieme ai privati nelle fiere e nelle manifestazioni dove gli interessi coincidono. Come valuti questa possibilità considerando com’è andata alla BTM?

«Ritengo che vada valutata molto positivamente. Noi martinesi siamo spesso litigiosi, ma quando si tratta di fare bella figura sappiamo anche essere bravi. A Lecce il corner di Martina è stato il più visitato, il più presidiato, il più fornito di materiale. Onore al merito all’assessore Coletta, ma anche noi operatori privati siamo stati bravi a fare la nostra parte e a darci una mano. Quello di Martina era l’unico corner con il monitor che proiettava il video, molto bello, che riguardava le bellezze della città e del territorio. Sia chiaro: tutto è perfettibile, tutto è migliorabile. Ma la prima esperienza alla BTM con questa formula della partecipazione insieme al Comune ha avuto il pregio di offrire a tutti gli espositori privati la possibilità d’essere presenti. C’è chi ha saputo coglierla ed è stato un bene: chi non ha saputo farlo, pazienza. Intanto è stato un valido punto di partenza. L’Amministrazione comunale ha fatto da collettore delle proposte dei privati ed è quello che un’Amministrazione pubblica deve fare. Infine, fatto non secondario, tutto si è svolto con una grande armonia e volontà di collaborazione».  

Può essere quindi un modello per altre fiere, Bit compresa?

«Io farei la TTG Incontri a Rimini: la fiera per il turismo è quella. La Bit è una vetrina istituzionale. Va bene dire che ci siamo, va bene per la Regione esserci, ma ai singoli comuni non conviene avere uno stand perché costa e c’è un’organizzazione discutibile rispetto alle loro esigenze. Secondo me il Comune deve fare quello che ho detto: il collettore delle associazioni di categoria, ovvero dei privati. Perché non sempre le associazioni, i privati, viaggiano insieme. Devono quindi essere gli enti pubblici a offrire il modello organizzativo nel quale gli operatori economici possano essere coordinati tra di loro. Così la città si muove in armonia. Il Comune definisce il contenitore, noi il contenuto».

Un modello partecipativo, insomma.

«Un contenitore armonioso, strutturato, coordinato. Questo metodo credo si stia delineando in maniera positiva per la mostra di Picasso. Poi, ripeto, tutto è perfettibile. Tutto è criticabile perché, da parte del Comune, si sta dando un modello, una struttura, un percorso in costruzione a cui degli operatori economici virtuosi possano aderire. Si tratta, da parte di questi ultimi, di esprimere degli interessi personali che siano anche a vantaggio della città. Così facendo, si favorisce infatti una sana competizione. Quegli operatori che lucrano, che speculano, saranno svantaggiati perché il turista, potendo confrontarsi con operatori che lavorano bene, se sarà stato trattato male lo farà sapere a tutto il mondo, soprattutto attraverso internet».

E se il Comune fosse impossibilitato a partecipare direttamente a una fiera importante alla quale i privati sono molto interessati?

«Sono convinta che, se il modello funziona e il Comune non può esserci, gli operatori possano anche mettere in campo da soli la forza economica per acquistare uno stand. Non è una soluzione che mi sembra difficile da attuare. Credo che ci sia un percorso insieme tra noi e il Comune. I soldi spesi per prendere nuovi contatti a una fiera ci ritorneranno dieci volte. E ritorneranno probabilmente anche al Comune sotto forma del pagamento di servizi».    

Come valuti la possibilità che il Comune partecipi a stand in manifestazioni di settore insieme ad altri comuni rispetto a una logica di omogeneità territoriale? Alla Bit, Martina ha partecipato con i comuni della Terra delle Gravine. L’assessore al Turismo ha ipotizzato una futura partecipazione con i comuni della Valle d’Itria.

«Secondo me vige un principio di territorialità. Partecipare a una fiera come comuni della Valle d’Itria favorisce non solo l’aggregazione di città, ma di territori. Noi portiamo la nostra territorialità in un contesto: penso al Gal Valle d’Itria, che è un’aggregazione in termini di ruralità. Mi va bene la partecipazione insieme ad altri purché legata a un comune denominatore, cioè a una territorialità specifica. Che Martina partecipi a una fiera insieme a Otranto può anche starci in termini di scambio di territori. Preferisco però l’aggregazione nell’ambito della Valle d’Itria. La vedo bene in un contesto armonioso in cui i comuni esprimano caratteristiche analoghe».

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