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«Un anno da sindaco? Posso farvi pure i panzerotti»: Franco Ancona e la città

di Pietro Andrea Annicelli

30/07/2018 Municipio

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«Un anno da sindaco? Posso farvi pure i panzerotti»: Franco Ancona e la città

 

Franco Ancona ha la fama di duro e di antipatico. Ma un anno fa, in campagna elettorale, i suoi video spot (in fondo, alla fine dell'intervista, quello con uno straordinario Benvenuto Messia) sono stati divertentissimi. I martinesi l’hanno visto sorridere dal palco dei comizi con in braccio l’amatissimo nipote Zeno (poi, l’estate scorsa, è arrivata anche Emma). Non è mancato qualche siparietto mediatico come la chitarra strimpellata per una trasmissione della Rai. E nonostante la rottura, per ora, con il figlioccio politico Stefano Coletta, il sindaco, grazie anche all’atteggiamento autolesionista di metà opposizione, va avanti spedito per la sua strada.

Franco Ancona tenta d'irretire la giornalista Concita De Gregorio. Ma il repertorio è datato.

 

A un anno dal tuo ritorno, qual sono i motivi di soddisfazione?

«Quello principale è che praticamente tutti i procedimenti rimasti in sospeso quando l'Amministrazione comunale cadde, due anni fa, sono stati ripresi. Molti stanno diventando dei cantieri aperti: come i parcheggi in via del Tocco e in via Bellini. O la strada Martina-Alberobello. Altri sono in fase di gara, come il Votano. O il parcheggio di San Francesco, per il quale è stata definita la variante. Una volta ultimati i lavori, sarà possibile liberare dalle auto piazza Mario Pagano, che potrà diventare un luogo di accoglienza per i fedeli e i visitatori. In questo primo anno di attività sia l'Amministrazione che il Consiglio comunale hanno lavorato in maniera intensa. E la ripresa, dopo l’anno di rallentamento dovuto alla gestione commissariale del Comune, c’è stata e comincia a essere evidente».  

Le principali critiche hanno riguardato, probabilmente, il servizio rifiuti.

«Il servizio non è del tutto soddisfacente un po’ per i suoi limiti, un po’ perché portare a regime un cambiamento d’abitudini così radicale è faticoso e suscita critiche inevitabili. Però siamo riusciti a far partire la raccolta differenziata, un altro dei tanti provvedimenti che sono rimasti fermi durante la gestione commissariale. E in breve siamo riusciti a superare la soglia minima di raccolta. Ci sono delle difficoltà e probabilmente ci saranno ancora per un po’. Ma la possibilità di rimettere in carreggiata il servizio c’è tutta». 

La raccolta della carta da riciclare ha subito un rallentamento a causa d'ingegnose fan che, a campagna elettorale finita, hanno staccato uno a uno i manifesti del sindaco dai muri per portarseli nelle camerette e appenderli al posto di quelli di Raoul Bova e di Justin Bieber. Non c'è che dire: Franco Ancona piace alle donne. 

Perciò la moglie e le figlie lo marcano stretto, ricordandogli con l'assidua presenza che difficilmente troverebbe di meglio.

 

Per otto mesi l’area politica riconducibile a Forza Italia non è andata in Consiglio comunale. E, successivamente, non ha brillato per spirito d’iniziativa. L’area politica intorno a Eligio Pizzigallo, pure divisa, ha quantomeno dimostrato d’essere propositiva.  

«Divido l’opposizione tra chi mantiene un atteggiamento di distanza dalle istituzioni e chi, in consiglio comunale, ci sta per fare il suo dovere con proposte che possono divergere ma anche convergere con quelle della maggioranza. Si può lavorare con coloro che, in consiglio, assumono questo secondo atteggiamento: la verifica dell’opposizione nei confronti della maggioranza è un momento fondamentale e imprescindibile per il funzionamento della democrazia. Chi invece pensa che fare opposizione significhi assumere un atteggiamento di chiusura, non propositivo, verso le istituzioni, si mette fuori da solo. La cosa più importante in Consiglio comunale da parte dell’opposizione, che ho praticato per molti anni quando ero consigliere, è la qualità delle proposte. Più elevata è, maggiore è anche la qualità del confronto. E più i cittadini ne beneficiano».    

Lo scossone maggiore l’Amministrazione comunale l’ha avuto dalla tormentata vicenda delle dimissioni di Stefano Coletta. In Consiglio comunale, invece, finora tra i consiglieri e i gruppi di maggioranza non sono emerse divergenze nette simili a quelle che era possibile verificare in passato e che sono risultate determinanti per la fine anticipata del tuo mandato durante la scorsa sindacatura.

«Direi che il Consiglio comunale sta lavorando. E bene. I momenti di maggiore frizione ci sono stati proprio per un rapporto non soddisfacente dell’assessore a cui facevi riferimento con la maggioranza del Consiglio. Essendo mia cura che il Consiglio sia pienamente coinvolto nell’attività amministrativa per quanto riguarda le sue competenze d’indirizzo e di controllo, credo che, continuando a fare questo lavoro con puntualità e precisione, riusciremo ad andare avanti bene perché potremo raccogliere i frutti della sindacatura precedente. Ciò considerando anche la maggiore esperienza di molte delle persone che sono ritornate in Consiglio».

  

Siamo in grado di rivelarvi le vere ragioni per cui Stefano Coletta non fa più l'assessore. In questo eccezionale e inedito documento fotografico lo vediamo mentre si mette a celebrare la messa a San Martino sottraendo il microfono a don Franco. Poi invita a ballare Carla Fracci sovrapponendosi al proiettore delle coreografie dopo aver tramortito il ballerino nello spogliatoio del Teatro Verdi. Nunzia Convertini non ne poteva più di vederselo spuntare a casa verso le 21.00 per mettere lui a letto il bambino. E Donato Bufano di accorgersi che aveva convocato il Consiglio comunale al posto suo. Quando Franco Ancona ha sgamato che Coletta s'era fatto i bigliettini con scritto sindaco di Martina Franca, non ce l'ha fatta più: basta, sei fuori!

 

Tutti si aspettano l’approvazione del piano urbanistico generale.

«Il pug è stato avviato. C’è già una prima bozza del piano strutturale all’esame d’un Ufficio di piano da noi costituito in Comune. Quindi non abbiamo solo il lavoro dei progettisti, ma un ufficio specifico formato da professionisti esterni e interni alla struttura comunale, nonché esperti che andranno a lavorare sulla parte strutturale. Attualmente siamo impegnati a definire, proprio nella parte strutturale, l’organizzazione in funzione dei servizi. E un percorso di circonvallazione all’abitato che sia insieme credibile, fattibile e percorribile. Potrebbe essere fattibile, ma girare a chilometri di distanza da Martina ed essere poco utile per decongestionare il traffico. Alla stessa maniera potrebbe essere credibile ma costosissimo, o percorribile ma con un elevato impatto ambientale. Ci dovranno invece essere tutti e tre i presupposti. E dovranno essere i progettisti e l’Ufficio del piano a fornirci la soluzione attraverso un piano di fattibilità. Poi determineremo il costo e chiederemo i necessari finanziamenti. Siccome in passato chi ci ha preceduto ha perso i finanziamenti per grandi opere importanti, questa volta partiremo avendo pronta la progettazione affinché, una volta rifinanziate, le opere si facciano nei tempi stabiliti».      

Il sindaco, buon camminatore, verifica di persona il possibile tracciato della futura circonvallazione. E intanto porta fuori il cane.

 

Quindi l’inizio almeno dei lavori alla futura circonvallazione, nonché l’approvazione del Pug, possono essere considerate le aspettative principali come obiettivi fino al termine del mandato.

«Si: è l’obiettivo da perseguire. Perciò dobbiamo lavorare alacremente in questi anni per definire un percorso e richiederne il finanziamento. Vi sono oltre trenta milioni che, attraverso il Cipe, possono essere intercettati dai fondi di sviluppo e coesione. Potrà avvenire attraverso scelte che passano dalla Regione Puglia. E rispetto a questa nostra volontà programmatica abbiamo già ottenuto la piena disponibilità, oltre che del consigliere regionale Donato Pentassuglia, dell’assessore Giovanni Giannini. Entrambi condividono con noi questa ipotesi di lavoro». 

E per la questione dello stadio comunale, oltre che del futuro destino del prolungamento di piazza d’Angiò?

«Siamo in attesa d’uno studio di fattibilità che ci dirà quali funzioni integrate dovrà assumere quell’area in termini di servizi per la città. Lo stadio Tursi dovrà divenire, nel tempo, un grande spazio pubblico. E lascerà, entro la metà del prossimo anno, il ruolo di stadio comunale provvisoriamente al campo di calcio di Cupa e successivamente a quello del Pergolo. Entro fine anno dovremo aver pronto il progetto complessivo. Per il Tursi c’è la proposta d’un progetto di finanza per il quale stiamo aspettando l’integrazione dei documenti finora consegnati dall’azienda interessata. Per quanto riguarda la sistemazione dell’area complessiva, il Consiglio comunale ritiene questo un obiettivo strategico da finanziare attraverso fondi regionali o del Cipe. In ogni caso, abbiamo come linea d’indirizzo favorire una progettazione partecipata, per cui ascolteremo i cittadini sul progetto quando sarà pronto e potremo renderlo pubblico».

Qui invece si allena con Michele Muschio Schiavone per collaudare il futuro stadio comunale con una partita tra maggioranza e opposizione. La mossa è astuta. Finché dureranno i lavori, Muschio Schiavone non cercherà alleati nel Pd per farlo cadere come nel 2016. E quando lo stadio sarà pronto? A quel punto, sarà finito il mandato.

 

La panoramica complessiva, sia pure nel limite di un’intervista, mi sembra esaustiva. Non va però trascurata l’area industriale.

«Questa settimana sarò a Bari per riprendere i contatti con i sindaci di Noci e di Alberobello e ragionare insieme su un piano integrato del paesaggio e sulla relativa progettazione. Siamo anche impegnati a ridare una organizzazione più moderna e attuale alla zona industriale affinché, attraverso il superamento delle problematiche che ostacolano lo sviluppo, sia possibile migliorare le condizioni del fare impresa. Abbiamo ricevuto la nuova perimetrazione rispetto ai vincoli idrogeologici e presto inizieremo a lavorare seguendo queste nuove indicazioni. C’è poi la rigenerazione urbana: ma magari ne parleremo a settembre».

Concludendo?

Una cosa ci tengo a evidenziarla più di tutte: al centro della nostra azione amministrativa ci sono i cittadini con i loro bisogni. Noi lavoriamo per loro».

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