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Direttore Pietro Andrea Annicelli

Se le regole cominciano a non bastare

di Valerio Annicelli

26/10/2020 Le curve del Covid

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Se le regole cominciano a non bastare

 

Oggi, accanto alla mia analisi numerica dei dati, affiancherò un’interessante analisi del Sole 24 Ore prodotta da Infodata che traccia in tempo reale la saturazione delle terapie intensive per singola regione.

Lo hanno capito anche i media che ormai il termometro delle misure di contenimento lo fornisce la capacità delle strutture sanitarie di accogliere casi gravi di contagio. Attenzione, però: le terapie intensive non servono solo per ospitare i malati di Covid 19, ma nascono e dovrebbero servire per tutte le necessità sanitarie che ne richiedano l’utilizzo.

Quanto tempo ci vuole ad arrivare in terapia intensiva dal momento del contagio? Difficile dirlo: le variabili in gioco sono tante. Ma se volessimo azzardare un numero per comprendere il meccanismo che dovrebbe portare alle azioni correttive, potremmo, ad esempio, ipotizzare che ci voglia un mese. Se questo fosse il tempo medio scientificamente provato, potremmo azzardare a dire che le decisioni che tendono a limitare il numero di ricoverati in terapia intensiva non danno evidenza di risultato prima di un mese. E se non fossero poi sufficienti? Significherebbe che dovremmo prenderne di molto più severe, dopo, per limitare i danni di scelte inadeguate.

Oggi ci avviciniamo, con tendenza più lineare che esponenziale, verso la saturazione delle terapie intensive. Questo significa che, a fronte delle misure di contenimento, stiamo sicuramente meglio perché un andamento esponenziale significherebbe una situazione fuori controllo totale. Ma non stiamo facendo abbastanza anche perché il coefficiente angolare di questo andamento rettilineo è abbastanza alto. Inutile anche dire che l’aumento di occupazione delle terapie intensive significa inevitabilmente un aumento pure dei decessi perché non tutti ce la fanno. Ma, soprattutto, che la dinamica di ricovero, e di ricorso alla terapia intensiva, non è matematicamente lineare, ma andando in saturazione obbliga il personale sanitario a fare una selezione modificando inevitabilmente i criteri di accesso a svantaggio di chi sta male.

Quali sono gli interventi giusti per il contenimento? Da un punto di vista scientifico è semplicissimo capirlo. Da un punto di vista politico, è difficilissimo. Una cosa è certa: la peggior decisione è non decidere.

Non sta a me giudicare l’operato delle istituzioni, come non starebbe a migliaia di persone che si spingono in giudizi senza conoscerne le condizioni specifiche. Non che condivida tutto quello che le istituzioni fanno. Ma in un Paese civile si dovrebbe piuttosto cercare di collaborare con un equo bilanciamento del sacrificio che ognuno di noi fa con interventi mirati di compensazione. Le polemiche alimentano solo i focolai e non possiamo permetterci di perdere il controllo.

Infine, un po’ di autocritica non guasta mai. E semplicemente prima di alzare la voce abbassando la mascherina per farla sentire più forte, sarebbe utile chiedersi se le poche regole di profilassi che ci sono state insegnate in questi mesi vengano rispettate e fatte rispettare. Siamo un popolo piuttosto indisciplinato e abbiamo dimenticato i sacrifici che hanno fatto i nostri nonni e i nostri genitori per farci ottenere quello che abbiamo. Ci vuole una vita per costruire e un attimo per distruggere. Ognuno faccia il suo perché quegli striscioni che a marzo facevamo dipingere ai nostri figli con la scritta andrà tutto bene hanno senso se ognuno di noi fa nel suo piccolo quanto è nelle sue possibilità perché ciò accada.

 

* Valerio Annicelli è ingegnere presso Leonardo. Attualmente è responsabile dell’ingegneria industriale per i progetti degli aerei ATR42-600s e CR929 con la responsabilità di garantirne l'industrializzazione.
 
 
 
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