Gli Strange Flowers tornano cantando in italiano il dolore della separazione
di Redazione
30/11/2021 I dischi
La frattura viene da un passato anteriore all’esistenza degli Strange Flowers. È il 1985 quando Michele Marinò, insieme al suo gruppo Chroma tra cui Maurizio Falciani, incontra Giovanni Bruno e Alessandro Pardini che facevano parte d'un gruppo chiamato Marylin Suicide. Siamo nell'ultima fase dell'esistenza dei Chroma e dei Marylin Suicide. Di fatto è l'incontro dei quattro futuri componenti del nucleo originario degli Strange Flowers. I Chroma più Bruno e Pardini registrano il demo d’una canzone dello stesso Bruno.
Il riff è semplice e potente. Nell’ortodossia rock psichedelica e garage degli Strange Flowers, però, quel cantato in italiano non aveva finora trovato posto. Dopo che Polvere, bonus track nell'album Vagina mother, 2010, dove veniva anche cantata in inglese con il titolo Powder tears, era da tempo l’unica canzone in italiano nell’erratico repertorio del gruppo, è arrivata, inaspettata, questa registrazione sul finire di settembre.
La frattura è, ve lo diciamo subito, una delle canzoni dell’anno, testimonianza di quanto grande possa essere il rock fatto da italiani oltre l’esaltazione internazionale posticcia per gruppi sopravvalutati imposti dal sistema del rimbecillimento collettivo. L’arrangiamento vibrante e mesmerico si fonde indimenticabile con il video straniante di Anastasia Shuraeva da Pexels. Michele Marinò canta l’abisso della distanza nel cuore. È una canzone bellissima.
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Pietro Andrea Annicelli