Franco Caroli, cinquant'anni di stampa
di Redazione
15/01/2018
Agenda

Sarà presentato giovedì 18 gennaio alle ore 18.00, nella sede del Gruppo Umanesimo della Pietra in via Barnaba 6, il nuovo libro di Francesco Caroli Stampa, Artebaria Edizioni. Introdurrà Nico Blasi, coordinatore di Umanesimo della Pietra e direttore della rivista Riflessioni, interverranno l’operatore culturale Francesco Semeraro e il giornalista Pietro Andrea Annicelli. Testimonianze di Oreste Lanza e Aldo Leggieri.
Di seguito, il comunicato stampa sul libro.
«Stampa, quel modo nuovo di fare informazione è l’ultima fatica editoriale di Francesco Caroli, giornalista e scrittore pugliese. Il libro, uscito per le edizioni Artebaria, ha come sottotitolo La “notizia” come si determina e si riproduce dall’estrema periferia del “villaggio globale”. Cinquant’anni di cronache dalla Puglia e il “caso” Martina Franca. Il volume cerca di rileggere in 430 pagine la storia dell’informazione pugliese nell’arco di un cinquantennio, attraverso la riproposizione di interviste, inchieste e articoli apparsi in diverse testate giornalistiche a firma dell’autore. In particolare, il titolo del libro fa un preciso riferimento al dibattito sorto attorno alla metà degli anni settanta quando, dal Corriere della Sera al più piccolo giornale locale, i giornalisti italiani pensarono di essere del tutto liberi di informare e di poter offrire al pubblico giornali davvero indipendenti. Sulle prime – come all’epoca affermò Giampaolo Pansa – il potere stette a guardare, poi reagì e, infine, vinse. Nacque infatti e si propagò in quegli anni, sotto la spinta di quel vento riformatore, all’interno delle redazioni, l’esigenza di un «modo nuovo di fare informazione». Soprattutto nel Sud si avviò un dibattito per mutare i termini del confronto tra le stesse proprietà dei giornali e ampi settori dell’opinione pubblica. Anche in Puglia si fecero spazio nuovi giornali, alternativi alla tradizionale comunicazione paludata. Ma gli spazi di libertà, seppur limitati, vennero ben presto serrati. L’attenzione si spostò allora dal centro alla periferia: organi dell’informazione locale nacquero con lo scopo di mantener viva quella pur tenue scintilla di un giornalismo al servizio dei lettori.
Il libro inizia con un’intervista a Piero Ottone del 15 dicembre 1979, pubblicata nel paginone dell’allora Quotidiano di Lecce. Nel colloquio, piuttosto serrato, l’ormai ex direttore del Corriere della Sera cerca di motivare quali furono le ragioni che lo portarono ad aprire tra il 1972 e il 1977 le pagine del giornale della borghesia milanese alle nuove istanze che provenivano dalla società. Glissa invece, in quella occasione, sui motivi che lo condussero alle dimissioni (con la proprietà del più importante giornale italiano già profondamente inquinato da uomini della P2). Viene subito dopo presentato da Caroli nelle pagine del libro l’intervento nell’occasione da lui sollecitato del sociologo della comunicazione Franco Rositi, uscito sempre per il quotidiano leccese accanto all’intervista di Ottone. In particolare Rositi afferma di essere totalmente pessimista che il giornalismo meridionale potesse essere riformato a piccoli passi.
Dopo Ottone e Rositi, dalle pagine del libro di Francesco Caroli, attraverso il racconto di una di sorta di traversata nel deserto all’interno della professione giornalistica, per un giornalismo il cui target siano i lettori, emergono come pietre preziose di un recente passato anche le testimonianze, le interviste e le opinioni di maestri del giornalismo e della comunicazione quali Giuseppe Giacovazzo, Beppe Lopez, Giovanni Bechelloni, Ettore De Marco, Anna Montefalcone, Franco Chieco, Federico Pirro. Di personalità della cultura, dello spettacolo e dell’impegno sociale, come Paolo Grassi, don Andrea Gallo, Carlo Betocchi, Giacinto Spagnoletti, Bruno Campanella, Armando Gnisci, Vito Signorile, Raffaele Nigro, Enrico Crispolti, Mirella Bentivoglio, Guido Le Noci, Antonio Paradiso, Alessandro Caroli, don Peppino Argese. Di politici, amministratori e personalità delle istituzioni, tra i quali Flaminio Piccoli, Giuseppe Vacca, Enzo Mattina, Domenico Amalfitano, Antonio Coppola, Sergio Blasi, Giuseppe Caroli, Rocco Loreto, Giuseppe Petrelli, Vito Consoli, Giancarlo Cito, Pasquale Caroli, Michele Giudice, Rita Borsellino.
Francesco Caroli, dapprima collaboratore della Rai regionale pugliese e poi per quindici anni del Quotidiano di Lecce-Brindisi-Taranto, è stato il fondatore di due testate giornalistiche (Il Paese Nuovo e Il Nuovo Paese) per i paesi del comprensorio della Valle d’Itria (Martina Franca, Locorotondo, Cisternino e Alberobello). Nel libro dirige la sua attenzione, con la pubblicazione di articoli, inchieste e interviste, proprio sui temi più scottanti e di attualità legati a questo territorio durante gli anni novanta e duemila. Gran parte di Stampa è perciò dedicato da Caroli al racconto di quanto sia potuto accadere negli ultimi quaranta-cinquant’anni in un piccolo comune del Sud, Martina Franca, sua città natale, presa ad esempio della generale evoluzione dell’intero Paese. Di Martina Franca vengono descritti gli anni bui della prima repubblica (con la Dc che raggiunge percentuali bulgare e fagocita tutti gli altri partiti), e poi quelli della speranza e della disillusione, legati all’elezione dei nuovi sindaci attraverso l’elezione diretta. Insomma, un libro dove la cronaca diventa storia».
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