Il buon caffè del signor Morola
di Redazione
04/03/2018
Economia

«Noi cerchiamo di promuovere il consumo responsabile attraverso la cultura del caffè. Il cliente informato ed esigente non ci spaventa. Anzi lo preferiamo: significa che può apprezzare il Morola Caffè. Al consumatore ignaro il venditore spregiudicato può propinare qualsiasi prodotto». Il caffè dal produttore al consumatore: è la terza vita lavorativa per Pino Fumarola. La prima è stata l’attività di car stereo con Dj Car che lo ha reso un’azienda di riferimento in tutta Italia. La seconda è stata la telefonia mobile, la domotica e le insonorizzazioni d’ambiente con Primal, che lo ha portato a essere anche editore dell’elegante rivista Primal Free Time. Il filo conduttore di tutte le esperienze è stata la commercializzazione dei prodotti: un’attività iniziata da ragazzo accanto al padre nello storico negozio di via Fighera: Dalla luce all’elettronica. Oggi la flagship store di corso Italia è il terminale d’un viaggio che inizia da piante di caffè che crescono in Asia e nelle Americhe.
Cosa ha di particolare il Morola Caffè?
«Prima di tutto è un caffè di qualità elevata rispetto al suo costo per il consumatore finale. Poi è una miscela formata da sette caffè provenienti dall’Honduras, dal Brasile, dalla Colombia, dall’India, dall’Etiopia, dalla Costa Rica, dal Vietnam. Il Morola Caffè, a seconda dei gusti, ha caratteristiche di acidità complessa che resta sul palato. È un sentore, molto piacevole, di frutta secca, mandorle tostate, pane tostato ai cereali, un gusto di cacao molto rotondo e poco amaro, una cremosità copiosa con tessitura molto fine».
Perché questi caffè determinano delle miscele di alta qualità?
«Sono tutti caffè coltivati sopra i mille metri di quota. Le piante coltivate in altitudine producono delle sostanze che rendono più pregiati i frutti. La qualità del raccolto, quindi, è più alta. Poi sono caffè di cui cerchiamo di avere la tracciabilità, quindi non contaminati da miscele di provenienza ignota. Siamo molto attenti alla tostatura. Cerchiamo di avere delle tostature chiare che non rovinino il caffè. Perciò il consumatore di Morola Caffè ha la garanzia di acquistare un caffè di qualità a un prezzo equo. Infine, per superare i nostri rigidissimi controlli di qualità, tutti i nostri prodotti devono essere rispettosi dell’ambiente».
Morola è solo un caffè?
«No. La linea Morola Caffè si completa con l’espresso d’orzo, bevande al cioccolato, cappuccino, una serie di tisane e infusi provenienti prevalentemente da agricoltura biologica. Di recente abbiamo creato anche la linea Morola Gelato Italiano, scaturita dalla collaborazione con una delle più antiche aziende di gelato artigianale in Italia».
Sul finire dello scorso anno Morola Caffè ha vinto un importante riconoscimento in Cina.
«Si, è vero. Abbiamo ottenuto la medaglia d’oro all’International Asia Coffee Tasting che si è svolto a Guangzou con centosessantadue aziende di nove Paesi: Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Corea, Cina, Giappone. C’erano due giudici per nazione e occorreva preparare un caffè con caratteristiche di espresso italiano. Chi, secondo i giudici, superava i requisiti di assaggio alla cieca, senza cioè che i giudici stessi conoscessero quale caffè stavano assaggiando, otteneva la medaglia d’oro. Ci siamo riusciti ottenendo la valenza più alta».
Sempre sul finire del 2017 hai inaugurato la flagship in Corso Italia.
«Lì Morola Caffè ha trovato casa ed è il punto di riferimento per i consumatori. Possono recarsi per assaggiarlo, però è anche la sede per dei corsi sulla qualità del caffè rivolti ai consumatori stessi oltre che agli addetti ai lavori. Chi ci vuol conoscere, trova sempre me o qualcuno del mio staff che è a disposizione».
Perché chiamare il tuo caffè Morola?
«L’idea me l’ha data mia figlia. Agli inizi, a scuola, non riusciva a pronunciare completamente il suo cognome, Fumarola, e allora diceva: Morola. Mi è sembrato bello come suono e come storia».
Cara lettrice, caro lettore,
Cronache Martinesi fa un giornalismo di provincia ma non provinciale secondo l'idea plurale, propria di internet, che ogni punto è un centro. Fare del buon giornalismo significa fornire a te che ci leggi delle informazioni sui fatti e sul loro approfondimento. Richiede professionalità, fatica e ha un costo. Cronache Martinesi vuole continuare a proporre un'informazione libera e indipendente. Se ti piace quello che leggi, puoi liberamente contribuire con una somma, anche minima, tramite PayPal. Ci aiuterà a fare sempre meglio il nostro lavoro. Grazie.
Pietro Andrea Annicelli