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Federica Marino: mettersi in gioco attraverso la Fuci

di Redazione

05/03/2019 Politica

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Federica Marino: mettersi in gioco attraverso la Fuci

 

 

«Rinasce la Fuci» ha titolato la stampa di Forlì nelle scorse settimane. La Federazione Universitaria Cattolica Italiana, fondamentale nel formare esponenti della classe politica italiana del secondo Novecento come Aldo Moro e Giulio Andreotti grazie all'azione di Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, ha come incaricata diocesana nella città emiliana la ventiduenne martinese Federica Marino, studentessa del corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche nel campus forlivese.

Ci parli di questa esperienza.
«Si è trattato di concretizzare un progetto che è iniziato fin dallo scorso anno. Ora c'è un gruppo che svolge un'esperienza di formazione e che, dall'anno prossimo, dovrebbe diventare il gruppo ufficiale della Fuci. Stiamo muovendo i primi passi in questa esperienza. I ragazzi dell'Azione Cattolica di Forlì ci hanno aiutato a introdurci nella comunità forlivese. In precedenza, a Forlì, la Fuci c'era sempre stata. Ma negli ultimi anni, poiché noi studenti terminiamo i corsi e andiamo via, non era stata molto attiva. Questa volta si è formato un gruppo, me compresa, che era interessato ad animarla con continuità. Siamo entrati in contatto con i ragazzi della Fuci di Bologna e così è ripartito tutto».

Aveva precedenti esperienze nell'associazionismo cattolico?
«Non ho mai svolto attività nell'Azione Cattolica. La ragazza che collabora con me e che partirà per il progetto Erasmus, invece, ne faceva parte. Mi ha sempre appassionato l'idea del volontariato e l'estate scorsa mi sono occupata di bambini orfani in Tunisia. L'impegno nella Fuci è inteso, sia da me che dagli altri, come un'opportunità di crescere come studenti e poi, dopo l'università, come cittadini. Trattiamo tante tematiche: si discute, si vedono film, si svolgono esperienze di volontariato con la Caritas».

Quanto conta, nella vostra attività, l'appartenenza?
«Molto spesso, quando collaboriamo con altre associazioni, ci chiedono da quale parte stiamo. Non sappiamo dare una risposta perchè la nostra è innanzi tutto un'esperienza di crescita. Si tratta di affrontare la politica sia sul piano economico che su quello umanitario, ad esempio trattando di bioetica. Ognuno ha una sua opinione ed è importante il confronto: solo con il confronto si può cambiare la posizione di ciascuno. Questo atteggiamento ci sta aiutando tanto perchè in questa società c'è poca volontà di mettersi in gioco, di dire quello che si pensa. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo messo in moto qualcosa ed è importante che i giovani facciano qualcosa».

Quale impostanza ha, in questo processo, l'adesione alla fede religiosa?
«Essere cattolica rappresenta per me un processo di crescita spirituale. Ed è avvenuto perché, in precedenza, non avevo mai avuto una formazione associativa cattolica. Possono esserci persone, ragazzi, che ti avvicinino a Dio, a Cristo. Io questo cammino l'ho fatto da sola. Un parroco, qui a Forlì, mi ha aiutato un questo percorso di crescita insieme ad altri coetanei. Per me l'aspetto spirituale è veramente importante perché mi muove a fare qualsiasi cosa mettendomi in gioco. Ciò non esclude che, all'interno della Fuci, possano esserci anche ragazzi non credenti, sebbene consideri questo atteggiamento contraddittorio. Rappresenta però, comunque, una importante opportunità di diaologo, perché si può apprendere tanto da qualcuno che non la pensa come te».

Cosa state facendo attualmente?
«Abbiamo incomiciato da un po' a vivere l'attività associativa. Io sono stata incaricata di scrivere le tesi congressuali che saranno pubblicate a Roma nella sede centrale. Affronteremo, come argomento, i sovranismi e i nazionalismi. La Fuci ti fa crescere tanto e vedere la realtà da un altro punto di vista. Stiamo incominciando, in qualche maniera, a mettere le mani nel mondo. Sono fiduciosa e spero che i ragazzi siano pronti a questo. Ma la mia è anche una questione personale, oltre che di relazione con gli altri».

 

Nella foto, Federica Marino con il fratello, per gentile concessione.

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