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«Quella carica fortemente sensitiva nella sua musica»: Roberto Ottaviano ricorda Keith Tippett

di Pietro Andrea Annicelli

14/07/2020 Musicando

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«Quella carica fortemente sensitiva nella sua musica»: Roberto Ottaviano ricorda Keith Tippett

 

«Keith amava la campagna pugliese. Abbiamo trascorso giornate intere nella zona di Alberobello e Noci parlando del jazz e del rock inglese della sua gioventù. Non pensava che uno nel sud Italia amasse così tanto quella musica». Roberto Ottaviano, celebre sassofonista barese, non potrà oggi essere a Londra alle esequie, limitate ai familiari stretti, del grande pianista Keith Tippett. Allora farà un brindisi, dirà una preghiera, accenderà una candela come ha chiesto Inca Dawn, figlia di Tippett e di Julie Driscoll, la potente voce pop divenuta, in coppia con il marito, una raffinata sperimentatrice di suoni di frontiera.

  

Nella foto in primo piano in alto, Keith Tippett è con Roberto Ottaviano. Qui Keith Tippett e sua moglie, la cantante Julie Driscoll in una foto del 1968, anno della pubblicazione dell'album Streetnoise a nome Julie Driscoll, Brian Auger & The Trinity, e poi, come Julie Tippetts, cantante d'avanguardia in progetti solisti, con il marito e con altri musicisti.

 

«La prima volta che ho visto Keith in Puglia è stato negli anni Settanta per un concerto di piano solo. Divoravo la sua musica: dalle collaborazioni con gli esuli sudafricani a quelle con i King Crimson». Senza il suo apporto a dischi immaginifici come In the wake of Poseidon, Lizard, Islands, quando i Crimson erano le idee di Robert Fripp sviluppate da jazzisti di cui Tippett era la punta di diamante, una delle più originali esperienze del rock non esisterebbe.

«Ricordo, in macchina verso Foggia quasi al tramonto, una trasparenza nelle sue pupille come di un’aquila che guardava lontano» ricorda Ottaviano. «Keith aveva una carica fortemente sensitiva che captai subito nella sua musica. Gli appuntamenti in Puglia divennero più frequenti. Venne con il quintetto di Elton Dean. Poi, molti anni dopo, partecipò a un progetto dedicato ad artisti sudafricani con musicisti tutti pugliesi. Venne con Louis Moholo-Moholo e Julie. Portò alcuni brani e arrangiamenti. Altri li feci io. Incontrò Pino e Livio Minafra, le Faraualla, Vittorino Curci. A suo modo era un musicista militante: il suo impegno affinché la musica non fosse un elemento dello show business era molto forte».

 

Fripp, nel 1971, gli offrì di condividere i King Crimson. Ma Tippett preferì inseguire «la musica come estensione della sua profonda sensibilità, della sua grandissima umanità». E a Fripp non restò che produrre l’unico doppio album dei Centipede, una big band di cinquantaquattro elementi ideata da Tippett. Qualche nome: Elton Dean, Ian Mc Donald, Robert Wyatt, Mongezi Feza, Dudu Pukwana, Ian Carr, Gary Windo, Nick Evans. La suite Septober energy si concludeva con il coro che ripeteva il testo idealista di Julie Tippetts: «Unite for every nation, unite for all the land, unite for liberation, unite for the freedom of man».

Una versione ridotta a venti musicisti pugliesi produce nel 2004, per l’etichetta Ogun, l’album Viva La Black live at Ruvo accreditato a Keith Tippett, Julie Tippetts, Louis Moholo-Moholo & Canto Generàl. «Mi affidò un mio sogno di ragazzo: il solo leggendario che fu di Elton Dean nel quarto movimento di Septober energy. Mi disse di seguire il mio istinto e non preoccuparmi dei tempi. Ne venne una sorta di cavalcata di cui vado fiero».

 

  

Una serie di album importanti per Keith Tippett. In alto, Dedicated to you but you weren't listening, 1970, secondo lavoro del Keith Tippett Group che comprendeva anche Elton Dean, Mark Charig, Nick Evans. In basso, l'unico doppio album dei Centipede, Septober energy, 1971, e Blueprint, 1972, sua prima prova solista.

        

Da sinistra a destra: la seconda omonima incisione del trio Ovary Lodge, 1976, con in più Julie Tippetts. I due album in duo con Julie Tippetts, Couple in spirit, 1987, e Couple in spirit II, 1996. L'album pubblicato nel 2007 e ricavato dal concerto al Festival di Ruvo, in Puglia, di tre anni prima: Viva la Black live in Ruvo, con Julie Tippetts, Louis Moholo-Moholo & Canto Generàl. 

 

Un altro pugliese, il percussionista Lino ‘Capra’ Vaccina, condivide con Tippett, Julie e Paolo Tofani A mid autumn’s night dream, l’ultimo album pubblicato un anno fa da Dark Companion. Conclude Roberto Ottaviano: «Keith, anche nell’improvvisazione più radicale, è sempre stato essenzialmente legato alla musica di Charles Mingus: un certo tipo di pianismo energico, una certa idea di swing. È stato un personaggio contemporaneo ai suoi tempi, lanciato sempre verso una progettualità oltre: un musicista completo che ha lasciato, nei concerti e nei dischi, delle enormi suggestioni che appartengono anche alle nostre latitudini».

   

Gli ultimi lavori per la Dark Companion: l'album solista Mujician Solo IV live in Piacenza, 2015, e A mid autumn night's dream, 2019, con Julie, Lino Capra Vaccina, Paolo Tofani, da un'improvvisazione collettiva sperimentale d'avanguardia in un concerto, sempre a Piacenza, nel 2016. Nel filmato in basso, Keith Tippett conduce la formazione Viva la Black nel quarto movimento di Septober energy, dove suona anche il piano. Sono inoltre presenti Julie Tippetts, il batterista sudafricano Louis Moholo-Moholo, la MinAfric Orchestra del trombettista Pino Minafra. Al minuto 3'44" il solo di Roberto Ottaviano. 

(Articolo pubblicato il 3 luglio scorso dal Corriere del Mezzogiorno con il titolo: Da Noci a Ruvo, il ricordo del "pugliese" Keith Tippett).

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