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Direttore Pietro Andrea Annicelli

Centro storico: dialogare conviene

di Mariangela Palazzo

14/07/2020 Editoriale

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Centro storico: dialogare conviene

 

Il 26 giugno scorso il sindaco ha emanato un’ordinanza, contingibile e urgente, disponendo dal giorno dopo, fino al 30 agosto prossimo, la chiusura dalle ore 2.00 alle ore 5.00 degli esercizi commerciali che si trovano in ambo i lati di via Paisiello, via Mercadante, via Rossini, piazza Mario Pagano, via Donizetti, via Pergolesi, via Bellini, via Mascagni, via Aprile, via Santoro, corso Italia: comprese le vie e le piazze che ricadono in questo perimetro, coincidente con il centro storico. Ciò come conseguenza del degrado e del disturbo alla quiete pubblica sostanzialmente causati dall’attrazione, nelle ore notturne, di molteplici avventori.

A rigor di logica, mi è subito apparso strano lo strumento normativo utilizzato per un fatto annunciato che poteva essere oggetto di discussione consiliare e programmato nella gestione

amministrativa. Ho avuto riscontro nella normativa e in molteplici sentenze che evidenziano l’atipicità dell’ordinanza come strumento che regola situazioni eccezionali e imprevedibili, trovando peraltro un limite temporale. Praticamente è da ritenersi un provvedimento tampone.

Mi risulta che un consigliere comunale abbia chiesto l’annullamento dell’ordinanza in questione e la fissazione d’un Consiglio comunale monotematico. Mi risulta anche che diverse attività commerciali abbiano tempestivamente presentato delle richieste per regolamentare l’afflusso di avventori. Finora, però, nulla è stato fatto in proposito.

Il dato di fatto è che sono ormai trascorse due settimane dall’applicazione dell’ordinanza e non sembra che i risultati ottenuti siano positivi. Risulta anzi evidente che, alla luce dei gravi atti di violenza, vandalismo e dell’esasperazione dei residenti, una gestione dell’afflusso di persone sia necessaria, come era prevedibile che fosse, ma la fissazione d’un orario di chiusura delle attività commerciali non sposta il problema.

Una cittadina a vocazione turistica per la quale l’Amministrazione comunale si è spesa nel tempo, riuscendo a conseguire l’attenzione che oggi riceve, non dovrebbe suscitare l’immagine negativa delle ultime settimane. È evidente che gli episodi gravi d’inciviltà e di violenza vadano bloccati sul nascere con la collaborazione attiva di tutti. La strada forse più immediata e concreta potrebbe però essere riunire i protagonisti con interessi diversi allo stesso tavolo con l’invito alla collaborazione e alla tolleranza reciproca. Sarebbe meno rischioso che esasperare gli animi facendo apparire in conflitto interessi diversi. È chiaro che i residenti, a tarda notte, vorrebbero riposare. E i gestori, essendo estate, massimizzare la stagionalità delle attività. Come avranno fatto a Rimini, Riccione, Firenze, Roma, Palermo?

Ho suggerito ai gestori di richiedere un accesso agli atti così da comprendere le problematiche di chi ha inoltrato gli esposti per sedersi al tavolo con loro e cercare, tutti insieme, d’individuare con senso democratico e civile delle soluzioni: un’autogestione per risolvere da privati, nei limiti del possibile, le carenze organizzative pubbliche. Ho chiesto a un amico esercente che cosa ne pensasse e lui mi ha espresso tutta la sua mortificazione per l’attacco in danno allla categoria, agli occhi di tutta la comunità martinese e dell’opinione pubblica, che emerge dalla stampa e dai social. Sembra che ci sia un’apparente pressione degli esercenti esclusivamente sugli orari vincolanti quando per primi sono restati inascoltati rispetto alle richieste avanzate all’Amministrazione comunale e articolate in dodici punti. La diffusione maggiore di cestini portarifiuti, l’apertura dei bagni pubblici, la pulizia ripetuta e in orari notturni, sono altrettante necessità per ripristinare la bellezza e la fruibilità piene del centro storico.

Se l’Amministrazione provvede, i gestori sono a fianco degli amministratori. Loro vorrebbero, soprattutto in questa fase di ripresa dopo l’emergenza, che il loro lavoro possa svolgersi in modo sereno e nel rispetto dei residenti. Ma solo attraverso il dialogo si possono ottenere dei risultati come esito dei sacrifici di tutti. Oggi come oggi l’ordinanza del sindaco è abbastanza inutile rispetto agli effetti che voleva produrre. E sperequativa per le attività commerciali perché le differenzia a seconda delle zone di Martina.

In conclusione, l’augurio è che, seppure in ritardissimo, si possa avviare una concreta gestione pubblico-privata delle problematiche del centro storico. Occorre ripristinarne la serenità, la fruibilità e la vivibilità.

 

Nella foto, tratta da Noi Notizie, un esercente protesta seduto sui gradini della basilica di San Martino dopo aver raccolto i rifiuti lasciati dalla movida.   

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