Ursula a Martina
di Claudio Bello
17/08/2020 Editoriale
Il tessuto politico, economico e sociale di Martina Franca non può fare a meno dell’intreccio e del dialogo tra la città e la campagna. Nel corso della cosiddetta Prima Repubblica, Democrazia Cristiana e Partito Comunista hanno saputo interpretare, seppure attraverso prospettive politiche diverse, questa delicata relazione tra centro urbano e contado martinese. Talvolta le voci più influenti della politica locale provenivano proprio dalla campagna. Negli anni Cinquanta Alberico Motolese aveva adottato la masseria dei Palesi come residenza fissa e all’interno di questa corte riceveva alleati e sostenitori. Masseria Bradamonte, invece, è sede del democristiano Don Pinuccio Caroli, fortificato e isolato dal chiacchiericcio locale.
Nella Martina di oggi, dinanzi al tramonto delle appartenenze politiche e degli schemi ideologici, le arterie principali del centro urbano vengono ingessate e ostruite anche solo per l’inaugurazione di un comitato elettorale. Se la città risulta divisa tra applausi leghisti e fischi di protesta, ecco che una proposta può arrivare ancora una volta da politici residenti nella campagna martinese.
Donato Pentassuglia e Michele Marraffa si apprestano a presentare le proprie candidature in queste elezioni regionali per conquistare un seggio in Consiglio regionale a Bari. Sono quindi chiamati a una ennesima prova politica che potrebbe rivoluzionare il ruolo di entrambi all’interno dei rispettivi schieramenti locali.
Pentassuglia e Marraffa sono figli non solo della campagna martinese, ma anche di quel popolarismo cattolico e moderato presente in maniera trasversale nella politica di Martina.
Donato Pentassuglia nasce nel mondo del patronato della Cisl. Il battesimo politico avviene nel 2005 grazie alla prima elezione in Consiglio regionale nella Primavera Pugliese vendoliana sotto l’ala protettrice dell’allora presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido. Il dinamismo di Pentassuglia gli permette di confermare il seggio nel 2010 nel Pd, ricevendo infine il delicato incarico di assessore alla Sanità nell’ultima Amministrazione Vendola.
Comincia a circolare la voce e l’idea che Pd, a Martina, risulti essere l’acronimo di Pentassuglia Donato, vero dominus del partito. Il ‘07 è l’anno della sconfitta di Giandomenico Bruni per la carica di sindaco: una sfortunata candidatura, avallata dallo stesso Pentassuglia, ma che ottiene il sostegno della lista unitaria dell’Ulivo (futuro nucleo della classe dirigente del Partito Democratico martinese). L’occasione per Pentassuglia di radicare il suo consenso sul territorio e mostrare per la prima volta la propria intelligenza politica avviene nel ‘12 con l’avallo alla candidatura di Franco Ancona alla guida di Palazzo Ducale per superare l’immobilismo dem e il dualismo tra Pasquale Lasorsa e Bruni. L’asse Ancona-Pentassuglia trionfa nuovamente nel ‘17 garantendo la rielezione a sindaco dello stesso Ancona e la crescita politica degli assessori Nunzia Convertini e Gianfranco Palmisano, giovani pupilli di Pentassuglia. La parabola politica di Pentassuglia conserva la propria indipendenza ed esce indenne dalle forche caudine di Michele Emiliano (nel ‘15 Pentassuglia ottiene il terzo mandato alla Regione, primo degli eletti in provincia di Taranto) e di Matteo Renzi (bruciante sconfitta alle politiche del ‘18 per un seggio alla Camera).
Michele Marraffa assiste invece al tramonto della Democrazia Cristiana nel 1993 e alla vittoria di Pirro dell’allora sindaco Martino Margiotta. Il giovane imprenditore Marraffa viene in seguito sedotto dal miracolo liberale di Silvio Berlusconi nel ‘94 e aderisce alla neonata Forza Italia. L’esperienza come assessore del sindaco Vitantonio Zizzi e gli anni di opposizione al sindaco Bruno Semeraro permettono a Marraffa di accumulare esperienza politica per poi consacrarsi tra i protagonisti del Centro-destra martinese durante le sindacature di Leonardo Conserva (2002-2007) e Franco Palazzo (2007-2011). Le elezioni provinciali del 2009 vedono Marraffa partecipare ne La Puglia prima di tutto di Raffaele Fitto.
Nel ‘12 Michele Marraffa fallisce la scalata a Palazzo Ducale proprio contro Franco Ancona, ma in quello stesso anno favorisce l’affermazione del movimento civico IdeaLista: una formazione indipendente composta da giovani volenterosi e liberali pronti ad accogliere il leader Marraffa in seguito al momentaneo addio a Forza Italia. Eppure la nuova classe dirigente di IdeaLista, complici forse le ambizioni dello stesso Marraffa, deciderà di non presentarsi e astenersi dalla competizione comunale del ‘17. In occasione di quella prova elettorale, più volte Franco Ancona cercherà di ottenere il sostegno indiretto di Marraffa lanciando appelli e ramoscelli d’ulivo a «quell’imprenditore liberale» isolato nel Centro-destra.
Per adesso il più grande errore politico di Marraffa, a differenza di Pentassuglia, è stato non aver saputo far affermare quei giovani che egli stesso aveva allevato. La nomina di Marraffa come coordinatore cittadino di Forza Italia nel ‘19 ha inoltre disperso quel giovane capitale civico di cui era portatrice IdeaLista. In questi giorni Marraffa si appresta a ufficializzare la propria candidatura alle Regionali in sostegno a Fitto in Forza Italia. La sua eventuale elezione o affermazione cittadina, probabilmente a discapito del neo leghista Giacomo Conserva, consegnerebbe all’imprenditore berlusconiano l’opportunità di costruire quel polo moderato e liberale attualmente assente nel panorama del Centro-destra martinese, apparentemente virato in direzione delle ambizioni leghiste in salsa meridionale di Gianfranco Chiarelli.
Donato Pentassuglia dovrà invece guadagnarsi la rielezione allontanando le sirene renziane di Vincenzo Angelini e compiendo un ulteriore salto di qualità. Non più semplice regista nell’ombra del Centro-sinistra martinese, ma primo attore politico capace di disegnare i confini di una nuova coalizione progressista in vista del dopo Ancona. Forse un domani vedremo Pentassuglia e Marraffa uniti nel nome della politica dei fatti e anche a Martina Franca si getteranno le basi per una locale coalizione Ursula: quella che in Europa ha garantito l’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea grazie anche alla somma dei voti del Pd, del M5s e di Forza Italia.
Riusciranno Pentassuglia e Marraffa ad imporre la propria visione popolare della politica anche in città, andando oltre i singoli feudi di campagna? È uno dei nodi essenziali che la politica martinese dovrà sciogliere nel futuro prossimo.
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Pietro Andrea Annicelli