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Michele Marraffa: quando il gioco si fa duro

di Pietro Andrea Annicelli

17/08/2020 Politica

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Michele Marraffa: quando il gioco si fa duro

 

Ha festeggiato nei giorni scorsi il sessantatreesimo compleanno pubblicando sul suo profilo di Facebook un’immagine con la nipotina in braccio. L’azienda che porta il suo cognome, pluripremiata a livello internazionale per i trasporti eccezionali, si è fatta valere anche nei lavori per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. Michele Marraffa torna in politica. Candidato per Forza Italia al Consiglio regionale. 

È una scelta abbastanza inaspettata. Qual è la ragione?

«La mia è una candidatura dettata dal momento molto particolare che vivono il nostro Paese, la Puglia e, di conseguenza, Martina. Ne avrei fatto volentieri a meno, ma sento un obbligo morale nei confronti di chi mi ha sostenuto finora, dei valori che ritengo di rappresentare, delle aspettative delle persone, delle necessità del mondo dell’impresa e di quello del lavoro. Proprio in considerazione di tutto questo ho accettato di candidarmi». 

Sostanzialmente sei un moderato, un cattolico e un post democristiano. Gianfranco Chiarelli ha scelto la Lega e quindi si è spostato a destra. È restato Donato Pentassuglia ad avere, politicamente, delle caratteristiche simili alle tue, ma nell’area di centrosinistra. Lo ritieni il tuo competitor naturale nel rappresentare la vasta area moderata e cattolica che c’è a Martina?

«Non credo che si ponga un problema di competizione. Quando è finita la Democrazia Cristiana ho fatto le mie scelte politiche e sono entrato in Forza Italia. L’ho fatto perché l’ho considerata l’unico partito veramente liberale tra quelli che c’erano all’epoca e che ci sono anche adesso. I miei valori politici sono liberali, per cui lì è casa mia. Sicuramente sento di rappresentare un’area moderata e, come dici, cattolica: l’ho dimostrato in diverse occasioni e non è un segreto per nessuno. La rappresento, però, da liberale. E in questo senso ritengo di essere l’unico politico che si rivolge all’area moderata e cattolica potendo esprimere pienamente dei valori liberali». 

Michele Marraffa sul ponte di Brooklyn a New York

 

Che idea hai di Raffaele Fitto?

«Fitto, in questo momento, rappresenta la sintesi del Centrodestra pugliese. Lo considero l’unica persona in grado di risollevare, nell’immediato, le sorti della Puglia. In questo senso, lui è il politico con la p maiuscola del Centrodestra».    

Nuccio Altieri, invece, non lo è.

«Non ho detto questo». 

Anche Michele Emiliano è sostanzialmente un moderato, capace di dialogare con gli avversari politici, attento alle ragioni dell’impresa e del lavoro.

«Abbiamo dei punti di vista completamente diversi: dalla maniera d’intendere la politica a quella di considerare il mondo dell’impresa. Non considero Emiliano un liberale». 

Donato Pentassuglia ha detto che dopo le elezioni regionali dovrà essere aperta nel Centrosinistra la fase del dopo Ancona, cioè la successione al secondo mandato di Franco Ancona che scadrà nel 2022: il sindaco, notoriamente, non dovrebbe ricandidarsi. La tua candidatura al Consiglio regionale può essere intesa anche in relazione a un percorso del Centrodestra verso le comunali?

«No, affatto: non sto facendo campagna elettorale per il dopo Ancona. Non so che cosa succederà nel futuro prossimo del Centrodestra e della politica di Martina: per il momento non mi pongo neppure il problema. Adesso è il momento d’immettere nella campagna elettorale che sta per cominciare i nostri valori liberali. Poi sarà quel che sarà». 

L’ipotesi d’una tua ricandidatura a sindaco nel 2022 è plausibile?

«È una sfida che non mi appassiona né mi sfiora minimamente: c’è un tempo per tutto. Mai come ora la politica cambia rapidamente: quello che ci stiamo dicendo è, per certi versi, già superato quando lo leggerà la gente. E vivere di aspettative, soprattutto aspettative dalla politica, non mi appartiene. Credo che la politica debba recuperare la fiducia dei cittadini e, per quello che mi riguarda, m’impegnerò in questo senso. Quando ho perso l’elezione a sindaco nel 2012 ho fatto l’opposizione in Consiglio comunale, poi non mi sono ricandidato: sono tre anni che sono fuori dalla politica. Adesso vedremo come risponderanno i martinesi alla mia candidatura al Consiglio regionale e, soprattutto, come risponderà la gente a una competizione elettorale mentre è ancora in corso una pandemia che ha già cambiato radicalmente la vita e le abitudini di noi tutti. Il resto è fantapolitica: aria fritta». 

Che cosa farai in Consiglio regionale se risulterai eletto?

«Esattamente quello che ho fatto finora: le cose per bene. E cercare di creare lavoro nella nostra amata Puglia». 

Hai cominciato da ragazzo guidando camion alle prime luci dell’alba. Ora sei da poco diventato nonno. Che cosa rappresenta per te?

«Ho avuto la prima figlia a ventiquattro anni. Poi sono andato avanti. Adesso mi è successa la cosa più bella che mi potesse capitare come genitore: la continuità della vita». 

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