Luca Pastore: ĢIl Murgese deve avere a Martina il suo Libro genealogicoģ
di Redazione
03/10/2018 Economia
Sono state rinnovate nei giorni scorsi le cariche dell'Associazione Allevatori Cavallo delle Murge e Asino di Martina Franca (Anamf). L'occasione è quindi propizia per conoscere meglio la situazione di questo microcosmo fondamentale per la tradizione e l'economia di Martina. Ne abbiamo parlato con Luca Pastore, proprietario della cinquecentesca Masseria Chiancone, già consigliere nazionale dell'Anamf, giudice esperto dell'Associazione Italiana Allevatori, cultore e storico del Murgese e dell'asino di Martina Franca.
In quale direzione dovrà esprimersi l'impegno dell'Anamf?
«Il nuovo direttivo chiede alla politica locale di impegnarsi prepotentemente affinché la nostra associazione possa disporre del Libro genealogico del Murgese. Attualmente è gestito dal Ministero dell'Agricoltura attraverso l'Associazione italiana allevatori. In pratica si chiede di portarne a Martina la gestione perché la nostra è l'unica associazione di razza a non amministrare l'organo principale del disciplinare, in questo caso, del Murgese. Chiaramente, non gestendo il libro, non si ha accesso ai fondi economici che, di conseguenza, si fermano a Roma. Ciò causa ritardi in tutte le operazioni conseguenti nell'ambito ippotecnico. Ad esempio, l'identificazione dei puledrini dopo le nascite attraverso microchip, il rilascio dei documenti come i passaporti internazionali, la gestione del corpo dei giudici esperti di razza, le date in cui stabilire i calendari delle rassegne aziendali e l'organizzazione dei raduni».
Che momento vive l’allevamento equino nel nostro territorio?
«In tutto il mondo l'allevamento equino sta registrando anno dopo anno una potente contrazione. Potremmo dire che il progresso, cioè la meccanizzazione in agricoltura, la fine della cavalleria negli eserciti, l'abbandono del motore animale nei trasporti in genere, hanno determinato inevitabilmente nel tempo questa situazione. Il Murgese, in ogni caso, è la terza razza equina in Italia per numero di capi dopo l'Avelignese e il cavallo agricolo da tiro pesante rapido. La prima, detta anche Haflinger, ha come zona d'origine il Tirolo. Si alleva molto anche in Basilicata e in Toscana. Il cavallo agricolo da tiro pesante rapido, o Tpr, è invece derivato dal cavallo da tiro bretone ed è molto diffuso anch'esso in Basilicata oltre che nel nord Italia. A Locorotondo la famiglia Debernardis, oltre ad avere il nostro Murgese, ha introdotto recentemente il Tpr, idoneo molto verosimilmente per il mercato della carne perché con più resa del Murgese, che ormai viene ritenuto un cavallo sportivo, quindi elegante e leggero. La razza attualmente conta quasi seimila capi in Italia. Più un altro migliaio in Europa».
Come viene utilizzato il Murgese?
«Finalmente i nostri cavalli partecipano ad alcune discipline sportive e sono stati accettati dalla Fise, la Federazione italiana sport equestri. Molti cavalli murgesi sono impiegata negli sport o per hobby, o in gare nazionali da cavalieri professionisti. Altri sono riproduttori. Da qualche anno i nostri cavalli sono esportati anche nel Regno di Svezia. In quel lontano Paese le graziose amazzoni li trovano molto docili e sensibili. Il presidente dell'Anamf, Leonardo Fusillo, e il vice presidente, Oronzo Marangi, puntano molto sul mercato estero. Altri Paesi che potrebbero essere ricettivi per il Murgese sono il Belgio e l'Olanda, nazioni che stanno vivendo un rinnovato interesse per le discipline di sella: il Murgese andrebbe a interessare il mercato intermedio degli appassionati sportivi non a livello agonistico».
E l'Asino di Martina Franca?
«Le ultime notizie sono che sta destando un significativo interesse nelle università. Recentemente la facolta di Medicina veterinaria di Teramo con il suo preside, il professor Augusto Carluccio, sta propiziando convegni e studi sulla nostra razza che, è bene ricordarlo, è la piu alta al mondo».
Si dice da tempo che in Germania il Murgese sia molto apprezzato.
«In effetti è da un decennio che il Murgese è il cavallo estero maggiormente introdotto in Germania. I nostri allevatori, nei mesi scorsi, hanno venduto ben undici esemplari alla rinomata fiera di Offenburg, nel Baden Württemberg. Qualche mese prima lo stesso successo si era avuto a Friedrichshafen. In quella occasione la nostra delegazione presentò anche dei prodotti tipici enogastronomici. Il successo è continuo, tanto che dalla Germania sempre più spesso arrivano cavalieri e amazzoni per scegliere sul posto i soggetti migliori. Gli appassionati tedeschi sono competenti e molto esigenti: comprano esclusivamente dopo aver visto le radiografie degli arti dei soggetti scelti. Non vogliono rischiare che gli animali presentino tare o difetti nascosti».
Il Murgese è anche presente nella Polizia di Stato.
«La Polizia ha iniziato a impiegare il Murgese nel 2009 per i servizi ippomontati. Attualmente, nel Centro coordinamento servizi a cavallo e cinofili di Ladispoli, la Polizia impiega centocinquanta cavalli, una sessantina dei quali sono murgesi. Il nostro cavallo si fa preferire per le doti caratteriali, la capacità di apprendimento, il coraggio ancestrale. Nell'ultimo Mercato concorso di Martina, nel dicembre dello scorso anno, il Comando della Polizia a cavallo ha scelto una quindicina di murgesi che hanno raggiunto Ladispoli nel maggio scorso dopo essere stati addestrati in Puglia. Tra questi, quattro provengono dalla masseria Grottillo di Santeramo in Colle. E il comandante del Centro di Ladispoli, il dottor Mario Cardea, ha scelto come sua cavalcatura personale un murgese particolarmente alto: Liverpool, selezionato a masseria Vallenza di Crispiano da Pasquina Netti-Ricci, figlio di Edittoeinaudi, a sua volta selezionato nella mia masseria a Chiancone nel 2011. I murgesi saranno impiegati nei normali controlli nei parchi e anche nei servizi in assetto anti sommossa in occasioni particolarmente difficili».
E dallo scorso anno anche la Presidenza della Repubblica se ne avvale.
«Certo. È senza dubbio un risultato che lusinga gli allevatori. Anche se in molti pensano che non si debba snaturare la nostra razza. In poche parole, per il Quirinale servono esemplari alti un metro e settanta centimetri a trenta mesi, cioè in fase di crescita. Il murgese classico è invece alto un metro e sessantacinque a fine sviluppo. È in corso un civilissimo dibattito per capire quale cavallo selezionare o se decidere per due tipi morfologici diversi».
Il Murgese già in passato aveva caratteristiche diverse a seconda dei luoghi e dei compiti a cui era dibito?
«Vi era il Murgese per le zone montane degli Abruzzi: era alto non più d'un metro e cinquantacinque centimetri al garrese. In Puglia veniva invece preferito il tipo più alto per il traino. I due tipi convivevano tranquillamente. Personalmente sono del parere che si debba mirare al Murgese classico e ritornare al cavallo alto intorno al metro e sessanta».
Ma come nasce un Murgese?
«Sono fermamente convinto che bisogna considerare le vecchie schiatte delle prime cavalle iscritte nella razza negli anni Venti. Più la genealogia certificata, scritta, è lunga a ritroso, più si ha la certezza che il vecchio tipo abbia un pedigree di più generazioni. Attualmente siamo su famiglie di cavalli che hanno oltre dieci generazioni conosciute. La famiglia femminile più antica risale alla cavalla Peppinella, nata nel 1919. Le famiglie maschili discendono da tre capostipiti, il più vecchio dei quali, lo stallone Nerone, è nato nel 1924 ed era alto un metro e cinquantuno centimetri».
Ricevete la giusta attenzione dalle istituzioni?
«Sicuramente il sindaco Franco Ancona e l'Amministrazione comunale hanno nei nostri confronti grande disponibilità perché credono nel futuro del Murgese e nel movimento che si crea intorno ai nostri esemplari. Vedremo adesso cosa succederà con la mobilitazione che sollecitiamo ai nostri rappresentanti istituzionali in favore della nostra richiesta di far trasferire a Martina il Libro genealogico del Murgese».
In alto, Luca Pastore con due esemplari di Asino di Martina Franca. A centro pagina, la geneaologia del Murgese da lui curata fino al 1987 per il Gruppo Umanesimo della Pietra e lo stesso Luca Pastore con un esemplare.
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Pietro Andrea Annicelli